Tutti gli studi di tipo organizzativo hanno creduto opportuno porsi il problema delle reazione dei singoli e dei gruppi all'interno di una organizzazione. Ogni singola persona, si sa, si forma un'idea più o meno precisa dell'organizzazione e lo manifesta con quello che fa, nelle relazioni con gli altri, nell'interpretazione degli obiettivi, nel descrivere il proprio lavoro, nei giudizi sui comportamenti da assumere sul lavoro, sui prodotti, sulla funzionalità dei servizi.Siamo così davanti a rappresentazioni mentali prima e sociali poi. Queste rappresentazioni diventano, così, punti di partenza per l'azione, per la gestione di scelte nella e sulla organizzazione stessa; esse costituiscono un presupposto da portare alla luce del giorno, da cui possono emergere indicazioni per l'analisi dei comportamenti organizzativi.32 - 33
32 G. Bateson, Mente e Natura. Un'unità necessaria, Adelphi, Milano, 1984, p.87.
33 R. Di Nubila Dal Gruppo Al Gruppo di Lavoro, Tecom Project, 2005, p.31.
venerdì 31 dicembre 2010
lunedì 20 dicembre 2010
Il gruppo.
Il Natale è la festa della famiglia e quindi anche del gruppo poiché la famiglia è il primo nucleo sociale con il quale l'individuo si trova ad interagire. Famiglie numerose presenteranno gruppi più allargati vivaci pieni di gioia ma anche di dolori con la volontà però di stare insieme e di affrontare insieme le problematiche che possono toccare ogni membro della famiglia. Il Natale é un momento di grande emozione per il gruppo famiglia, un momento spensierato per i bambini che aspettano che Babbo Natale esaudisca i loro desideri portandogli dei regali che gli adulti si preparano ad acquistare travestendosi se necessario anche da Babbo Natale. Il Natale é un momento in cui il gruppo famiglia si incontra per condividere emozioni con nonni, zii, genitori, fratelli, sorelle, figli, nipoti.. Il Natale è la festa del gruppo e senza gruppo non si può vivere. Buon Natale a tutti.
mercoledì 15 dicembre 2010
Gestire un gruppo.
Per saper gestire un gruppo e prima ancora per definire meglio la propria persona e professionalità all'interno di un gruppo di lavoro, è fondamentale la chiarezza degli obiettivi educativi e la suddivisione dei compiti dei membri dell'equipe multidisciplinare. L'analisi del contesto, l'esposizione chiara e precisa con la conseguente esposizione ben definita degli obiettivi può essere un modo per facilitare i rapporti tra i membri del gruppo. Accade spesso per gli operatori del sociale che i loro dirigenti facciano riferimento a modelli di consumo (commerciali, che cercano solo il consenso) e che chiedano esclusivamente questo a delle figure professionali che hanno come obiettivo prioritario il modello di scambio e cioè quel modello che mette al primo posto l'azione educativa senza generare dipendenza. Un progetto educativo può anche finire, anzi deve finire senza però cadere nel nulla. La fase progettuale deve tenere conto anche della durata di un progetto che non può essere eterno, e non può generare dipendenza tra educatore ed educando. Il modello di scambio è quel modello che tiene conto dell'importanza dell'azione pedagogica ed è ben riusciuto quando si riesce ad un certo punto a dare un "taglio" permettendo così all'altra parte di diventare autonoma nella gestione degli obiettivi proposti.
sabato 11 dicembre 2010
Concetto di "Campo Sociale"
Cari amici del Blog, continuerò a parlarvi del concetto di gruppo perchè trovo che sia importante per chiarire bene il senso della nostra identità, da dove viene e come si forma, ma soprattutto voglio sottolineare l'importanza del gruppo per chi come gli educatori si troveranno a dover gestire le dinamiche di gruppo. "Fu Lewin a proporre la teoria del "campo sociale" o "dinamica di gruppo", secondo la quale un membro di un gruppo esiste nella psicologia degli altri membri non come singolo, ma come "gruppo", cioè come appartenente alla nuova dimensione plurale del gruppo.Il gruppo per Lewin, è quindi un evento fenomenologico e operativo, una totalità in senso gestaltista - una totalità, cioè, che trascende la somma dei fenomeni psicologici dei singoli membri di un gruppo- tali da implicare l'esistenza di un "campo psicologico", dovuto non alle singole persone e al loro ambiente (spazio vitale), ma alle interazioni fra la totalità dei fattori che costituiscono lo spazio vitale. Nella vita di un gruppo, secondo la scuola lewiniana, possono essere riscontrati due sistemi: uno delle relazioni interpersonali fra i singoli membri e uno della relazione sociale fra i singoli ed il gruppo nella sua forma di "gruppalità"."50/51Con questo Vi saluto. Alla prossima settimana. Ciao Lisa
50.G.Dehò, Psicologia dell'educazione per animatori di gruppo, Zanichelli, Bologna,1974 p.11.
51.Renato D.Di Nubila "Dal Gruppo Al Gruppo di Lavoro Tecom Proiect Editore Multimediale pg.38-39.
50.G.Dehò, Psicologia dell'educazione per animatori di gruppo, Zanichelli, Bologna,1974 p.11.
51.Renato D.Di Nubila "Dal Gruppo Al Gruppo di Lavoro Tecom Proiect Editore Multimediale pg.38-39.
lunedì 6 dicembre 2010
L'importanza del gruppo.
Il gruppo ci permette il confronto con i pari ed è un'ottimo strumento per imparare ad ascoltare attivamente e con rispetto l'opinione altrui. "Il gruppo nasce dall'interazione con gli altri membri della collettività, scrivono G.Gaskell e P. Seaby."42 Possiamo dire che "ciascuno di noi è la storia del suo rapporto con gli altri"43 L'essere umano è un'animale sociale che vive e si sviluppa accanto ai suoi simili dove si forma anche una sua identità di genere e di tipo sociale. Egli commette anche degli errori che pagherà con le regole sociali date dal contesto in cui vive. Tali regole posssono essere normative cioè regolate dal diritto oppure sociali, regolate dai rapporti che gli individui hanno tra di loro. Sempre e comunque il gruppo è un'importante strumento da adoperare con cura.
42 Cfr. G. Gaskell, P.Seaby, I gruppi sociali. L'influenza degli altri sul comportamento del singolo, Hutchinson,1980.
43L.Pelamatti,La scuola del gruppo docente, La scuola, Brescia,1989,pag.56
42 Cfr. G. Gaskell, P.Seaby, I gruppi sociali. L'influenza degli altri sul comportamento del singolo, Hutchinson,1980.
43L.Pelamatti,La scuola del gruppo docente, La scuola, Brescia,1989,pag.56
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